Il 25 aprile 2011 ad un posto di blocco nella zona di Pitigliano, dove si era svolto un rave party, l’appuntato scelto Antonio Santarelli viene aggredito insieme al collega e ferito gravemente. Ricoverato a Montecatone, morirà dopo un anno di coma l’11 maggio 2012. Tra i giovani fermati quel giorno al posto di blocco c’è Matteo Gorelli, che per l’aggressione ad Antonio Santarelli (che diventerà mortale) e al collega (che perderà un occhio) viene condannato in appello a 20 anni di carcere, che sta scontando ai domiciliari in una comunità di don Mazzi. Dietro a questa tragedia ci sono una moglie, Claudia Francardi, e una mamma, Irene Sisi. Due donne devastate dal dolore, che però – pur nel buio di una tragedia immane – hanno avuto la forza di trovare un barlume di luce per trasformare quel male in un’occasione di bene. Dall’incontro di queste due donne è nato un cammino di conoscenza e di vicinanza, che ha portato Claudia e Irene al desiderio di dar vita all’associazione “AmiCainoAbele”, per aiutare la riconciliazione e il perdono, perché come diceva San Giovanni Paolo II “Non c’è giustizia senza perdono”.
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